Natale 2003
Scure onde,
volo faticoso del gabbiano,
ombre di nuvole gravide di pioggia.
Echi di battaglie,
di un male perverso
che si abbatte su soldati
non andati a fare la guerra.
Mogli, vedove ignare,
madri di figli orfani
per crudele destino.
Scenda
nell’anima la calma solenne,
sia tregua di lotte
di lutti infami apportatrici.
L’empio dittatore si pieghi
nel tempio della pace,
non più cingoli di carri
rumoreggino per le strade,
non più spari
disturbino il sonno
di bambini innocenti.
Natale,
fratelli in un mondo
non più dalla guerra devastato,
un Dio unico aleggi
nelle coscienze degli uomini
lieti nel vedere nel vicino
il volto diverso nel colore.
Natale,
in cammino verso la grotta,
della vita ultima speranza.