PREMESSA

 

Il 1° maggio del 2004, l’Unione Europea si è allargata inglobando altri 10 Paesi della sua parte orientale e mediterranea (Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Malta, Cipro). I drammatici sviluppi di altri avvenimenti internazionali non hanno consentito di sottolineare adeguatamente la portata di un evento di sicuro spessore storico.

Se il nostro ricordo ripercorre, infatti, l’intero arco del Novecento, ci rendiamo conto di una situazione “bifronte”, con una prima metà del secolo in cui la storia europea è contrassegnata da conflitti violenti. Le Nazioni europee, nel ’14 – 18, immolano un’intera generazione di giovani e, dopo poco più di un ventennio, non esitano a scontrarsi di nuovo, sul “campo di Marte”, obbedendo al cieco istinto di un feroce ed esasperato nazionalismo.

Le dimensioni della tragedia, materiale e morale, di quel lungo conflitto emergono in tutta la loro drammaticità non appena si disperdono i fumi delle ultime esplosioni. Le tetre prospettive sintetizzate dallo scoppio dei due ordigni atomici e dalla “Cortina di ferro”, scesa a dividere l’Europa in due campi, aprono il cuore alle più nere previsioni.

Proprio da questo fosco quadro di situazione, emergono, tuttavia, le migliori risorse morali e culturali del Vecchio Continente, per lunghi secoli, “faro di civiltà” per il mondo intero. Da ciò scaturisce un  successivo capitolo della storia europea del Novecento, dal secondo dopoguerra ad oggi. Capitolo storico che ha un fascino tutto particolare perché ci troviamo di fronte ad una vicenda economico-istituzionale, condotta con metodi di pace, che non sembra avere eguali nella lunga trama delle vicende umane e che può proporsi come modello organizzativo per la soluzione di analoghi problemi in altre parti del mondo.

 

Un secolo, il Novecento, a due colori per la storia dell’Europa.

Ma, anche se il progetto dell’unificazione europea si è configurato in concreto solo dopo le due devastanti guerre mondiali, l’idea attuale di Europa non nasce dal nulla. Essa è il punto di approdo, fortemente problematico, di una lunga e contraddittoria storia che questa ricerca si propone di ripercorrere. E questo anche perché le eventuali ipotesi di quale Europa unita edificare dipendono anche dalla quantità e qualità del nostro patrimonio di conoscenze del passato.

Ripercorriamola tutta intera questa storia per conoscerne i momenti evolutivi e quelli involutivi e per individuarne le ulteriori possibilità di sviluppo per il futuro. 

L’ottica di analisi sarà necessariamente ampia e sintetica per il passato e man mano più approfondita ed analitica per gli avvenimenti recenti.

Per parlare della genesi dell’idea Europa, occorre varcare la dimensione della fantasia ed addentrarsi nei recessi mitologici. Europa è la figlia di Teti (la Terra) e di Oceano. La leggenda narra che Zeus, innamorato della bellissima fanciulla, si trasforma in uno splendido toro bianco dallo sguardo umano. L’avvicina sulle spiagge della Fenicia, riesce a farla salire sulla sua groppa, la rapisce ed attraversa il Mare Mediterraneo fino a Creta dove, rivelatosi, la possiede. Dall’unione nasce Minosse, fondatore della civiltà cretese, la prima e più antica civiltà europea.

 

Sul piano etimologico il termine Europa richiama diverse ipotesi interpretative:

  • la fanciulla dagli occhi grandi (dal greco euros + ops);
  • la terra dove il sole tramonta (nella lingua di Mesopotamia, erebu = il tramonto + ereb = la terra);
  • la zona occidentale (dall’origine semitica, oreb o ereb). In contrapposizione al termine asu = Asia, cioè la zona del sorgere del sole, la zona orientale;
  • colui che vede lontano (dal greco, eurus = ampio + ops = occhio);
  • matrimonio di belle speranze (dall’ebraico, E = matrimonio felice + UR = eccellenza + HOP = speranza)

 

Come sempre, i miti comprendono elementi di favolistica insieme a riferimenti concreti.

L’idea di Europa, infatti, è strettamente connessa all’area ove, storicamente, nasce la più antica civiltà occidentale, quella greca e prende corpo proprio in questa area geografica in cui due civiltà (quella greco/europea e quella asiatica, ancora più antica) arrivano a violenta contrapposizione.

L’idea di Europa comincia ad affermarsi, nel IV secolo a. C., nel periodo di Alessandro Magno, quando, a causa degli scontri diretti e terribili che i greci devono sostenere con i re persiani per la loro stessa sopravvivenza, emerge e si diffonde, nella coscienza dei greci, la contrapposizione fra i due mondi, fra l’Europa e l’Asia: l’Europa intesa come la patria dei costumi civili e delle libertà, l’Asia come un continente di barbari e di tiranni. Le località che hanno dato il nome agli eventi più significativi di questa contesa (Le Termopili, Maratona, Salamina) sono vissute come le battaglie di uomini liberi contro i despoti.

Questo scontro ha vissuto molti capitoli cruenti nei lunghi secoli della storia. Ricordiamo al riguardo:

 

Una osservazione che costituisce un salto avanti nel tempo: ancora oggi, in quell’area risiedono i punti focali dell’incontro/scontro fra due civiltà eredi di quella greca e di quella asiatica, cioè la civiltà occidentale e quella araba. Due civiltà, che fino ad oggi, dopo quasi 3000 anni ed in una fase storica in cui il mondo è caratterizzato dai fenomeni della globalizzazione ed interdipendenza, ancora non sono ancora riuscite a trovare un adeguato “modus vivendi”.