BRAVI
BERSAGLIERI !
Martedì 6 aprile 2004 una breve agenzia ANSA sul telefonino comunica:
“ Nassirya feriti 12 Bersaglieri della 132^ Brigata Corazzata Ariete in uno scontro a fuoco con milizie armate”.
Penso subito ad uno dei tanti episodi, frequenti in Iraq (ed anche altrove), di attacco proditorio da parte di terroristi molto bravi nel perseguire la sorpresa con azioni improvvise e sovente imprevedibili. In tali frangenti il compito dei soldati, anche se ben addestrati alla difensiva, risulta quanto mai arduo e defaticante poiché si tratta di attuare complesse predisposizioni attive e passive, prolungate nel tempo che, purtroppo, non sono in grado di eliminare il pericolo e, per lo più, sono volte a rendere più difficoltosa l’azione del nemico per minimizzarne le possibilità di danno a persone e cose.
Se così fosse stato avremmo dovuto, comunque, riconoscere che i Bersaglieri (sarebbe pleonastico dire Bersaglieri italiani) avevano assolto con bravura il loro compito ed avevano confermato una non comune capacità difensiva che, iniziata nel Libano, è stata poi una costante del nostro Esercito in tutte le successive operazioni “fuori area”. Invece ulteriori notizie giornalistiche hanno evidenziato che il nostro contingente ha eseguito una vera e propria operazione per riacquisire il libero passaggio dei rifornimenti umanitari su importanti ponti sul Fiume Eufrate.
Si è trattato, quindi, di un’azione d’attacco (la prima volta per l’Esercito Italiano dalla fine del secondo conflitto mondiale) che, grazie ad un’ottima combinazione tra impiego della forza militare e capacità diplomatica, ha consentito di riprendere il controllo della situazione a favore della popolazione e con esso quell’indispensabile libertà d’azione ed iniziativa. Dalle stringate notizie giornalistiche non può sfuggire che tale azione militare si è risolta con successo perché ben concepita, organizzata nei dettagli ed eseguita con determinazione dai nostri Bersaglieri, sia pur nel ristretto ambito di precise regole d’ingaggio che non lasciano spazio ad azioni di fuoco indiscriminate; cose, queste, che sottintendono disciplina, addestramento continuo, elevato convincimento individuale e collettivo e, soprattutto, controllo delle proprie azioni anche sotto l’inevitabile effetto della “paura”. Abbiamo poi visto i nostri ragazzi mostrarsi alle telecamere sereni, maturi, soddisfatti del dovere compiuto, senza eccessi di rambismo e senza piagnistei infantili. Molti di noi, abituati ormai a vedere nelle nostre piazze solo giovani violenti ed urlanti aggredire vigliaccamente le forze di polizia, ci siamo quasi meravigliati di scoprire l’esistenza di una generazione di giovani che ci rappresentano al meglio delle nostre tradizioni e cultura, che sono in grado non solo di difendere se stessi e la pace, ma che, all’occorrenza, sanno anche affrontare con decisione un nemico feroce e temibile.
In concreto i Bersaglieri di oggi si sono rivelati all’altezza del compito, degni custodi della tradizione di valore di coloro che li hanno preceduti e che per oltre 160 anni hanno tenuto alto l’onore dell’Italia su tutti i fronti.
Bravi
Bersaglieri!
Bers. Umberto Gen. Calamida