1 Quando ebbe terminato di rivolgere tutte
queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2 Il servo di un centurione era ammalato e
stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3 Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli
mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
4 Costoro giunti da Gesù lo pregavano con
insistenza: “Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5 perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a
costruirci la sinagoga”. 6 Gesù
si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il
centurione mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, non stare a disturbarti, io
non son degno che tu entri sotto il mio tetto; 7 per questo non mi sono neanche ritenuto degno
di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8 Anch’io infatti sono uomo sottoposto a
un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Và ed egli va, e a
un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa”. 9 All’udire questo Gesù restò ammirato e
rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: “Io vi dico che neanche in
Israele ho trovato una fede così grande! ”. 10 E gli inviati, quando tornarono a casa,
trovarono il servo guarito.
Questo è ciò che ci racconta l’Evangelista Luca circa l’incontro tra il Salvatore ed il Centurione. L’episodio è posto significativamente dopo l’inizio della Predicazione, e già parole “pesanti “ erano state consegnate alle folle; pensate solo al discorso della montagna dove era stato detto:
20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù
diceva:
“Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e
quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome
come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti
facevano i loro padri con i profeti.
Roba da pazzi per quell’epoca e forse anche
per i nostri tempi!
Tra gli Evangelisti Luca è il più brillante,
il più colto ed anche quello che ha effettuato una sistematica ricerca e
controllo sulle memorie dei testimoni della vita del Cristo; il nostro
personaggio acquista maggiore spessore e viene definito amico del popolo tanto
da costruire la sinagoga del villaggio. Resta tutto da scoprire poi come questa
amicizia si conciliasse con i reciproci ammazzamenti, ma mi sono fatto un’idea
leggendo cosa fanno le nostre missioni all’estero. Forse anche quei romani di
Cafarnao si muovevano con delicatezza, rispetto delle usanze locali, giustizia,
pronti ad aiutare nelle difficoltà, insomma con quell’umanità che
contraddistingue le nostre truppe all’estero, anche se talvolta costa sangue.
Sicuramente questo militare sembra atipico
rispetto al quadro di ferocia caratteristico del tempo. Forse stanco degli idoli
che restano muti, deluso dalla sua società sempre più corrotta?
Ha guardato negli occhi le centinaia di
cadaveri visti nella sua vita, ha guardato il nemico morente dopo avergli
immerso il corto gladio nel ventre alla ricerca di una risposta sulla morte? Si
è interrogato sul senso della sua esistenza chiedendosi se gli onori, la
ricchezza, il potere fossero cose ultime, definitive da conquistare e difendere
per poi fare un salto nel buio senza senso? Si è scatenato nella lussuria o nel
bere per dimenticare un appuntamento ineludibile su un campo di battaglia, in
un agguato, in una malattia sconosciuta? Ha conosciuto il Dio degli Ebrei
l’unico ad entrare veramente nella vita del Suo popolo ed aspetta anche lui il
Messia, il Liberatore da ogni angoscia?
Certamente non è povero, non soffre la fame,
non è perseguitato eppure il Signore ne resta ammirato perché vede nella
profondità del suo cuore. Sarebbe
proprio bello che ciascuno di noi provasse ad immaginare cosa vede il Cristo in
quel cuore di soldato!
E veniamo al Vangelo di Giovanni. Qui il
protagonista è un funzionario del re (Erode all’epoca o l’Imperatore?) e tutto
il resto coincide con quanto detto sopra. Come mai ?
46 Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in
vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. 47 Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da
lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. 48 Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. 49 Ma il funzionario del re insistette: “Signore, scendi prima che il mio
bambino muoia”. 50 Gesù gli risponde: “Và, tuo figlio vive”. Quell’uomo
credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. 51 Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: “Tuo
figlio vive! ”. 52 S’informò poi a che ora avesse cominciato a star
meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato”. 53 Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: “Tuo
figlio vive” e credette lui con tutta la sua famiglia. 54 Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in
Galilea.
E come mai l’Evangelista Marco non riporta lo stesso
episodio ?
Ebbene qui vi devo annoiare un pochino e parlare delle origini dei Vangeli, almeno per quanto le ricerche storiche ce lo consentono.
Lo faremo la prossima volta. Un abbraccio a tutti